tag:blogger.com,1999:blog-5915795636671891643.comments2014-09-05T03:09:10.514+02:00IF researchIF reseArchhttp://www.blogger.com/profile/13377271620260072844noreply@blogger.comBlogger13125tag:blogger.com,1999:blog-5915795636671891643.post-44978693439346026452013-05-10T19:56:08.103+02:002013-05-10T19:56:08.103+02:00I'm really enjoying the design and layout of y...I'm really enjoying the design and layout of your website. 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Per il resto aspetto.... Aspetto solo di vederne il collasso in diretta tv durante una delle sue fanatiche esibizioni. Per me non vale nessuna polemica o altro tempo perso a digitare qualcosa.<br />Sulle panchine e la pavimentazione invece possiamo parlarne, magari in tono costruttivo.<br />DavideAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5915795636671891643.post-38834742602992696462010-04-25T12:49:18.066+02:002010-04-25T12:49:18.066+02:00Pubblico l'idea di città sostenibile sviluppat...Pubblico l'idea di città sostenibile sviluppata nell'"accordo di bristol" del 2005, che pare legarsi bene al dibattito ideale sulla città contemporanea. l'unico e grande quesito che rimane aperto è: si ma chi ci spiega come?<br /><br />lian<br /><br />Le comunità sostenibili sono luoghi in cui la gente decide volontariamente di vivere e lavorare, ora ein futuro.<br /><br />Esse rispondono ai diversi bisogni dei residenti attuali e futuri, sono attente al loro ambiente e contribuiscono ad innalzare la qualità della vita. <br />Esse sono sicure e inclusive, ben organizzate, ben costruite<br />e gestite, e offrono servizi efficienti e accessibili a tutti.<br />Le Comunità Sostenibili si differenziano a seconda del loro specifico contesto locale. Non esiste un modello<br />standard, ma essere dovrebbero essere:<br />1. Attive, inclusive e sicure<br />Giuste, tolleranti e coesive, con una forte cultura e altre attività condivise nella comunità.<br />2. Ben amministrate<br />Con una partecipazione, una rappresentazione ed una leadership efficiente ed inclusiva.<br />3. Sensibili all’impatto ambientale<br />In grado di fornire dei luoghi dove la gente possa vivere, con un’attenzione particolare<br />all’ambiente.<br />4. Ben organizzate e ben costruite<br />Caratterizzate da un ambiente urbano e naturale di qualità<br />5. Ben connesse<br />Con efficienti servizi di trasporto e comunicazione in grado di connettere la gente con il luogo di<br />lavoro, le scuole, i servizi sanitari e altro.<br />6. Fiorenti a livello economico<br />Con una fiorente e diversificata economia locale.<br />7. Ben servite<br />Con servizi pubblici, privati e volontari che siano adeguati alle esigenze della gente e siano<br />accessibili a tutti.<br />8. Eque<br />Capaci di comprendere coloro che sono in altre comunità nell’immediato e in futuro.liannoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5915795636671891643.post-81749451074698821542010-04-09T11:34:50.765+02:002010-04-09T11:34:50.765+02:00meglio se scannerrizzi gli articoli e li posti qui...meglio se scannerrizzi gli articoli e li posti qui sul blog!Eugenionoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5915795636671891643.post-82761790863443711072010-04-09T10:45:00.185+02:002010-04-09T10:45:00.185+02:00il vecchio dilemma fra marmellata o macedonia...il vecchio dilemma fra marmellata o macedonia...colombanoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5915795636671891643.post-90494998213842834812010-04-02T07:38:33.116+02:002010-04-02T07:38:33.116+02:00Ultimo punto: è tutto quello che non sono le nostr...Ultimo punto: è tutto quello che non sono le nostre cittá...dadehttps://www.blogger.com/profile/03946390643399163063noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5915795636671891643.post-80911792447575377132010-02-16T12:12:40.900+01:002010-02-16T12:12:40.900+01:00Primo...!F2 = davide dell'acqua, ma avevo deci...Primo...!F2 = davide dell'acqua, ma avevo deciso di adoperare la tecnica di wu ming...fa lo stesso..<br />secondo: condivido ciò che dici, soprattutto il fatto che la seconda fase debba avere un "tasso di propositività" maggiore e libero da condizioni politiche. Non si tratta di chiudere in faccia la porta agli amministratori, si tratta semplicemente di fare quello che siamo capaci di fare: pensare, suggerire idee, e dare supporto perchè queste vengano realizzate. <br />!F2dadehttps://www.blogger.com/profile/03946390643399163063noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5915795636671891643.post-61355113184131000842010-02-16T11:10:41.693+01:002010-02-16T11:10:41.693+01:00Ieri sera, leggendo il giornale, mi sono accorto c...Ieri sera, leggendo il giornale, mi sono accorto che era pieno di notizie legate al mondo dell'architettura. <br />La prima riguardava l'ormai tristemente famoso sistema gelatinoso, con protagonisti Bertolaso, l'imprenditore Anemone, Regina Profeta, e giù, giù, giù fino a Casamonti. La seconda riguardava il consigliere comunale milanese che si intascava tangenti perché "sennò la pratica non passava". La terza era un articolo che descriveva una ricerca effettuata dal Giornale dell' Architettura da cui risulta che il 60% dei concorsi di architettura in Italia non viene poi realizzato (sinceramente, pensavo peggio!).<br />Esiste una linea sottile che lega queste tre notizie? Secondo me sì, perché tutte parlano di come i mondi della politica e quello dell'architettura siano strettamente connessi, quasi a non poter fare a meno una dell'altra. E' vero, è inutile gridare allo scandalo se poi non si è propositivi, ma ritengo doveroso fare alcune brevi osservazioni.<br />Perché non si parla mai di architettura ma di "cronaca nero-marrone con striature rosa?" Mancano i critici, quelli che ci parlano di architettura, di linguaggio dell'architettura. Siamo pieni di critici cinematografici, possibile che nessuno abbia interesse a spiegarci perché vale la pena andare a vedere il Maxxi invece che Avatar? E mancano anche i critici di design (sono mai esistiti?) che dovrebbero valorizzare una delle poche risorse eccellenti rimaste al nostro paese. Quando sono andato a comprare la televisione, il commesso non voleva che acquistassi il modello che avevo scelto perché non era super HD, ma a me piaceva per il suo design, che mi importa di vedere "takeshi castle" in super HD? <br />Sono inoltre d'accordo con !F2 (ma perché non scrivi il tuo nome e cognome?) che mettere nero su bianco i risultati di Luoghi Comuni sia un passo fondamentale per concludere una prima fase analitica, la seconda fase dovrà essere infatti propositiva, poiché solo se saremo noi ad avanzare proposte alle istituzioni, sarà possibile non farsi travolgere dal politico di turno. Le istituzioni dovrebbero essere uno strumento di facilitazione alla risoluzione dei problemi, ma da noi architetti devono venire le proposte, i suggerimenti che possono migliorare la fruizione degli spazi delle città da parte dei cittadini. Solo se sapremo fare questo, potremo dirci soddisfatti.<br /><br />matteo zettiUnknownhttps://www.blogger.com/profile/16648155414854920070noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5915795636671891643.post-37598054577616676852009-11-14T16:55:08.253+01:002009-11-14T16:55:08.253+01:00LA CITTA' CHE CAMBIA
Nella nuova prospettiva d...LA CITTA' CHE CAMBIA<br />Nella nuova prospettiva di Piazza Duomo, liberata dalle rumorose (e numerose) presenze di autobus e macchine, riappare anche l’anima delle attività commerciali che proprio sulla basilica si affacciano. Un’anima ibrida punteggiata da vetrine di souvenir, pub, chioschi di cambi e locali storici come il bar pasticceria Scudieri che, però, il 24 novembre calerà il bandone per l’ultima volta: «Sono stanco », dice il titolare. Così amara mente rivelano a bocca stretta dal locale di piazza San Giovan ni che proprio l’anno scorso aveva festeggiato i suoi Settanta anni di onorata attività. Nel giro di poche settimane è il secondo negozio (dopo Carnicelli) a tirar giù le saracinesche in piazza. Rimpiange già i suoi budini di riso e le paste al la crema l’orafo Franco Torrini, titolare dell’omonimo negozio e opificio che dalla fine del 1800 è al 12 rosso del Canto del Cornacchione davanti alla por ta della mandorla della Catte drale di Santa Maria del Fiore.<br /><br />LE DIFFICOLTA' IN PIAZZA - «Mi spiace sapere che Scudieri abbia deciso di chiudere — racconta — capisco però le mille difficoltà di mantenersi in vita in un periodo di grande crisi economica e cambiamenti di stili di vita dei consumatori. In questa piazza di locali belli ce ne sono stati davvero tanti». All’angolo con via dei Pecori c’era Bruzzichelli (oggi al suo posto c’è Raspini). «Una vera sciccheria con tanto di insegne in vetro stile liberty, — ricorda Torrini — a gestirlo c’era Renzo, fratello di quel Bruzzichelli antiquario che aveva la sua bottega, sempre in centro, in Borgo Ognissanti. Lo ricordo bene perché amava venire spesso a trovare il fratello in Piazza San Giovanni a bordo di un calessino trainato da un pony. Un personaggio originale che non passava certo inosservato. Poco più in là invece all’angolo con via Martelli, c’era il Bottegone». Il locale con lo stesso nome c’è tuttora ma dello charme sa lottiero del bar che aprì nei primi dell’Ottocento è rimasto ben poco. Al suo posto un self service (sempre pieno) dal taglio decisamente «commerciale — dice Torrini — che, in linea con i tempi ha saputo interpretare la logica del turismo mordi e fuggi». Anche il vecchio Bottegone, come Bruzzichelli, era considerato un punto di ritrovo dai fiorentini che amavano passeggiare nel loro centro storico e rifugiarsi per una pausa in un bell’ambiente per bere una tazza di tè. «Il Bot tegone piaceva tanto anche a quel turismo colto di cui oggi siamo orfani — racconta Torrini — quegli americani e inglesi che venivano anche per setti mane a soggiornare in città». Negli anni Sessanta poi una nuova mutazione per la piazza. «Il Bottegone venne venduto e acquistato dalla milanese Motta. Un cambio di stile per il centro e anche per Firenze. Chi lo avrebbe mai detto: un tocco milanese nel cuore del Rinascimento. Al posto del legno e delle forme ottocentesche un’architettura snella, novità assoluta i due livelli, con rivestimenti di mosaico e specchio. Fu un cambio drastico ma non per questo negativo. Anzi posso dire quasi con nostalgia di quanto in quell’epoca fossimo più pronti di oggi ad accogliere le novità in città».<br /><br />SCORRERE DI TEMPI E MODE - Piazza Duomo con i suoi negozi che aprono e che chiudono appare così, da sempre, come un piccolo termometro col quale misurare lo scorrere dei tempi. E delle mode. «Già pro priocosì — afferma Torrini— tra piazza San Giovanni e piazza del Duomo ne abbiamo viste tante. La novità di questi anni è la velocità con cui tutto accade e l’incapacità di avere una visione d’insieme. Per questo vengono meno highlight della tradizione come Scudieri, realtà difficili da recuperare senza una politica davvero mirata. Né per i giovani che ci succedono è facile crescere in un mercato turistico così deprezzato. L’effetto estetico delle attività sparse per la nostra piazza (dal chiosco di t-shirt a quello di oggetti sacri) è quindi un po’ confuso. La colpa però non è dei singoli piuttosto dei tempi che stiamo vivendo, difficili da interpretare».Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5915795636671891643.post-43217986542356038832009-11-14T16:47:42.348+01:002009-11-14T16:47:42.348+01:00La giunta Renzi, attraverso la recente pedonalizza...La giunta Renzi, attraverso la recente pedonalizzazione dell'area del Duomo, fa un primo importante gesto di riflessione sul modo di fruire la nostra città. O meglio, lo fa sull'uso del centro storico, nel quale il mondo intero identifica la città di Firenze, per le ragioni culturali che ancora ci proiettano solamente nel passato.<br />Come architetti e anche come cittadini, vogliamo rivolgere all'amministrazione un invito a fermarsi a riflettere sulla stringente necessità di avere una visione per il futuro della città, più che una previsione, affinchè, come lo hanno già fatto alcune sue istituzioni, anche lo spazio urbano di Firenze si faccia presto pericolosamente infettare da un virus di rinnovamento, e smetta di proiettarsi nel Rinascimento. <br />"Contemporaneizzare" Firenze, svecchiarla e svegliarla, come già hanno fatto le amministrazioni di Bologna, Genova, Torino e di altre città paragonabili alla nostra, è l'obiettivo che questa giovane giunta dovrebbe porsi.<br />Si può iniziare a ripensare alla contemporaneità della città, partendo proprio dal centro storico, come fa Renzi. Chiedendosi: la pedonalizzazione della piazza di San Giovanni Battista va nella direzione di rendere la città più "user friendly" (per usare la terminologia del web, tanto cara al nostro sindaco)? la rinuncia alla facilità di accesso da parte di chi vive o lavora nel cuore della città è un tributo dovuto alla storia? oppure è solo un tributo al turista? <br />Sappiamo di non parlare di un patrimonio qualunque, e la pedonalizzazione non ci dispiace anche perchè ci dà la possibilità di offrire a questo luogo una prossemica più ampia. L'occasione ci serve però per porre l'attenzione sul tema del rapporto fra turista/abitante che soffoca la vitalità, autoctona, del centro storico. A questo si affianca il problema, vero, della perdita della struttura della città storica. L'abbandono dei residenti, lo squilibrato reddito dei fondi che diventano abitazioni per turisti o studenti stranieri di poche pretese, l'agonia dei normali esercizi commerciali esclusi dallo "struscio", la chiusura dei cinema, l'offerta esanime dei teatri, sta mutando il DNA del centro. <br />Il problema è urbanistico, oltre che, come si sa, economico, perchè il centro sta diventando un grosso parco a tema per turisti e dove di conseguenza stanno scomparendo le reali funzioni di una città ( possiamo adottare quelle lecorbusiane dell'abitare/lavorare/divertirsi) se non quelle rivolte all'utente temporaneo: la conseguenza è che questa fruizione "usa e getta" non rispecchia più la qualità culturale di cui la città è ancora, speriamo, sinonimo, ma solo una cultura dell'effimero e del redditizio.<br />Questo è il quesito che rivolgiamo all'amministrazione: vogliamo che Firenze cronicizzi questa decadente vocazione di parco storico/shopping mall (candidandosi così a diventare definitivamente un non-luogo)?<br />Il problema non è di semplice soluzione, e nessuno può pontificare risposte. La critica inoltre, lo sappiamo, non piace mai al fiorentino doc, ma ci auguriamo che questa amministrazione saprà cogliere il nostro invito in maniera costruttiva affinchè non si adottino più soluzioni-cerotto, ma si faccia appello alle positive energie (che di recente stanno rivendicando la loro esistenza) perchè si studi il modo di invertire il processo in atto con visioni strutturali e contemporanee (senza che questa parola impaurisca i comitati cittadini).Liannoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5915795636671891643.post-3928182282727607762009-11-14T16:39:23.286+01:002009-11-14T16:39:23.286+01:001- le riflessioni sul turismo e su come si stanno ...1- le riflessioni sul turismo e su come si stanno svuotando i centri storici sono ovviamente ineccepibili, ma trovo eccessivo collegare certe riflessioni in seguito alla pedonalizzazione di piazza Duomo. Liberare piazza Duomo dal traffico è stato uno dei primi atti della nuova giunta (vogliamo criticarla subito?), ha eliminato il passaggio di taxi, autobus e motorini da uno dei luoghi più belli del mondo.<br /><br />2- è chiaro che il centro storico (non parlo della cerchia dei viali, ma di piazza duomo, via calzaiuoli, piazza signoria, uffizi, piazza repubblica) non possono essere quartieri residenziali a misura di famiglia. Chi vive in queste zone sa di avere un grande privilegio, e sa anche che a qualche cosa deve rinunciare. Fare 200 metri a piedi per raggiungere casa tua con le buste della spesa non è un problema se nel percorso attraversi il piazzale degli uffizi o se passi davanti al battistero. <br /><br />3 - stabilito - e dato per scontato che - una città come firenze non può non perseguire un'offerta turistica di altissima qualità, e se è vero come è vero che non si può più accettare il proliferare di rendite di posizione (quelle, per intendersi, che lucrano sul turismo "insostenibile"), è vero anche che per alzare il tiro del discorso va centrato meglio il nòcciolo della questione, e cioè: il vero problema è che alle azioni eclatanti, promozionali ancorchè condivisibili come la pedonalizzazione, va affiancata la messa in atto di misure specifiche, concrete, reali per favorire la residenza nel centro storico. In altre parole: come si possono fornire ausili moderni, intelligenti, magari anche con soluzioni creative e innovative, alla permanenza di famiglie nel centro storico? DOBBIAMO SU QUESTO ESSERE PROPOSITIVI, suggerire soluzioni, far intravedere uno sbocco al problema, altrimenti tutta questa riflessione rischia di suonare un pò come il consueto, e molto fiorentino, "bene, avete fatto una cosa nuova, ma si stava meglio quando si stava peggio".Matteonoreply@blogger.com