IF research
scopi associativi
1 - CREARE DIBATTITO SULLA QUALITA' ARCHITETTONICA
come risorsa essenziale per lo sviluppo delle città, e creare un'occasione di confronto dedicata alla Pubblica Amministrazione che, come Committenza, ha il ruolo di garante della migliore offerta progettuale sullo spazio pubblico
2 - SENSIBILIZZARE LA COLLETTIVITA'
al valore dell'architettura come strumento in grado di trasformare i problemi quotidiani in opportunità di miglioramento. Coinvolgere altre figure professionali per sensibilizzare al ruolo dell'architetto come "sintetizzatore" degli elementi d'indagine che provengono da altri campi
3 - SVILUPPARE ATTIVITA' DI RICERCA
con ricadute operative in ambito architettonico
obiettivi del blog
1 - INFORMAZIONE
sulle attività svolte dall'associazione, gli appuntamenti, i momenti di incontro aperti agli associati in primo luogo e a tutti gli interessati
2 - CREAZIONE DI UNO SPAZIO APERTO DI DIBATTITO
sui temi dell'architettura, della città, dello spazio urbano
L’architettura non è un luogo comune
riportiamo una intervista fatta alla vigilia di "luoghi comuni", dal webzine "undermagazine", che trovate al link http://www.undermagazine.org/?cat=71
L’architettura è la disciplina che organizza lo spazio in cui vive l’essere umano. Il suo scopo è dare qualità allo spazio in modo che l’uomo vi viva bene.
eppure oggi quella qualità spesso si perde, si perde il collegamento con il presente, schiacciati dal peso della storia e dell’arte del nostro “bel paese” e dalla elefantiaca burocrazia italiana.
è per parlare di ciò e cercare una soluzione che nasce il convegno “Luoghi comuni: come promuovere la qualità nel progetto pubblico?”. Una due giorni (21 e 22 gennaio)per parlare di architettura, urbanistica e non solo; organizzata dal Consiglio Regionale della Toscana, Sociolab e ideata dell’associazione If research, composta da giovani architetti fiorentini, il cui scopo è appunto promuovere e sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza dell’architettura come strumento per migliorare la qualità della vita.
Del convegno e dell’associazione ne abbiamo parlato con Lian Pellicanò, presidente e portavoce di If research.
“Gli eventi che recentemente e a più riprese hanno messo a nudo le dinamiche della gestione dell’urbanistica e dell’architettura nel nostro territorio,Il rapporto malato instauratosi fra la Pubblica Amministrazione e la professione dell’architetto danneggia su più fronti la collettività,
Le cronache evidenziano una consuetudine all’intreccio di interessi personali negli atti amministrativi di interesse pubblico.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: le nostre città sono cresciute caoticamente, le nuove costruzioni sono qualitativamente scadenti e spesso degradate dopo pochi anni, l’arredo urbano non è curato ed è spesso inesistente.
questo è parte del testo di una lettera aperta che il 15 marzo 2009 un gruppo di architetti inviò alla città, mentre sulla cronache si parlava di Inchiesta Quadra.
If research nasce dagli stessi autori di quella lettera, il movimento “firmiamo la lettera”.
quando nasce l’associazione e che rapporto ha con ‘firmiamolalettera’ ?
L’associazione nasce dall’iniziativa di un gruppo di amici-architetti che all’inizio del 2009 decidono di scrivere una lettera aperta. Attraverso tale messaggio abbiamo voluto prendere una posizione a difesa dell’urbanistica e dell’architettura come valori comuni della società. Tale “lettera” ha aperto uno scambio di opinioni con una serie di interlocutori, sia pubblici sia privati. Perchè questo dialogo con le istituzioni potesse istaurarsi concretamente è stato poi necessario che gli stessi autori della lettera diventassero associazione culturale: così è nata IF research.
La nostra associazione ha lo scopo di aprire un tavolo di dibattito sul tema dell’architettura e dell’urbanistica sul nostro tenrritorio, ed è aperta a tutti coloro che sono interessati al tema e che intendono impegnarsi per andare in questa stessa direzione. Per iscriversi potete scrivere a info.ifresearch@gmail.com, o scaricare il form dal blog: http://ifresearch.blogspot.com/.
Da dove viene il nome if research?
Il nome dell’associazione gioca sul significato di IF, “se” in inglese, che è un termine che esprime dubbio, e quindi apre un pensiero, ma che è anche “FI” al contrario!
E “Luoghi comuni”, titolo del convegno?
“Luoghi comuni”, nome del primo evento, è una frase che volutamente gioca fra il significato metaforico e quello reale.
Siete tutti giovani professionisti, come vedete la città di Firenze, soprattutto alla luce dei fatti di cronaca del 2009? è davvero una città decadente?
Come abbiamo già detto nella lettera, non vogliamo dare un giudizio agli eventi del 2009. Vogliamo però difendere la necessità di avere una visione per il nostro territorio, e che alla costruzione di questa visione possano concorrere i giovani progettisti. Non avere delle prospettive, o un progetto chiaro per la crescita della città, ma mettere dei “cerotti” alle falle in cui capita di inciampare, è indice di decadenza: si diventa decadenti quando non c’è progresso ovvero senza una strategia chiara, condivisa e condivisibile.
Il rinnovamento del consiglio dell’ordine degli architetti ha cambiato o cambierà qualcosa?
Il consiglio dell’ordine nasce dal nostro gruppo, siamo le due facce di una stessa medaglia. Dal primo gruppo di “firmiamolalettera” sono sorte due iniziative parallele: alcuni hanno deciso di impegnarsi nella “politica della professione” e si sono candidati per l’ordine altri hanno deciso di impegnarsi nella “cultura architettonica” e hanno costituito IF.
Come intendete avvicinare una materia come quella dell’architettura ai cittadini in modo da creare processi partecipativi?
Crediamo che il modo migliore per avvicinare l’architettura a tutti, non sia parlarne, ma farla, o mostrarla. L’architettura è una disciplina a cui tutti si sentono di poter dare un contributo o su cui fare un commento. Ma anche l’architettura, così come l’economia o la giustizia, è una disciplina seria, non è solo una questione di gusti, perché mette insieme la tecnica, la storia e la cultura. Il termine “partecipazione” all’architettura, potrebbe essere cambiato in “condivisione” dei processi necessari. Sarebbe già tanto. E comunque IF vuole essere una associazione aperta a vari contributi e a più discipline; l’architettura è solo una delle espressioni di una società multiforme e si ibrida continuamente con apporti esterni.
A “Luoghi comuni” il primo giorno si parlerà di processi virtuosi in Italia e in Europa, potete farmi alcuni esempi?
Sappiamo bene che esistono paesi in cui la “cosa pubblica” funziona meglio: noi portiamo avanti l’esempio del Belgio, che propone un metodo efficace di procedura per la programmazione dei lavori pubblici. Ma non vogliamo essere esterofili e quindi porteremo anche l’esempio del disegno di legge sulla qualità architettonica della regione Umbria. Avremo un esperto che farà un confronto fra le procedure italiane e quelle internazionali, e poi un dirigente del comune di Roma che mostrerà l’esperienza della promozione e ricerca della qualità nei progetti di un grande comune.
La secondo giornata sarà dedicata ad amministratori ed addetti al settore, perchè avete scelto la formula Open Space Technology? Quanto somiglia al bar camp?
Sono stati dei sociologi a darci l’idea dell’OST, la società Sociolab, con cui stiamo lavorando all’evento, ha già sperimentato questo metodo in più occasioni, e saranno loro a gestire questa seconda giornata. L’open Space è simile ad un Bar Camp, ma a differenza di quest’ultimo qui il tema è uno solo, e il dibattito vuole rispondere alla domanda: come promuovere la qualità nel progetto pubblico?
Cosa pensate che uscirà dalla due giorni? Quali sono le vostre aspettative e le vostre speranze?
Da queste due giornate di confronto uscirà un documento, sulla base del quale poter costruire una proposta innovativa sul tema delle procedure, vero nodo per la costruzione della qualità dello spazio pubblico.
Cosa intendete per spazio pubblico di qualità?
Innanzitutto non parliamo di “spazio pubblico di qualità”, ma “qualità dello spazio pubblico”, il soggetto primo del nostro dittito vuole essere la qualità, che oggi decliniamo nello spazio pubblico, ma che poi potremo affrontare anche per altri temi.
La “qualità dello spazio pubblico” si fa mettendo insieme in maniera armoniosa il suo fruitore e la funzione a cui deve corrispondere. Al concetto di “qualità” contribuiscono però anche altri parametri, che comprendono i tempi di programmazione, progettazione e realizzazione. Anche costi, flessibilità e durevolezza sono temi importanti, ma non andiamo troppo nel tecnico. Il problema è capire chi può fare da garante della “qualità”, e soprattutto come: la procedura, appunto, dovrebbe garantirla, che è il tema di “Luoghi Comuni”. Ma quello che più ci interessa è il tema della consapevolezza da parte dei cittadini – e quindi dei committenti – di cosa si intenda per “qualità”. L’educazione alla qualità in un territorio come il nostro dove si costruisce molto e male è l’argomento di cui tratta il nostro convegno, affinché la qualità diventi la prima esigenza da parte dei committenti.
Vi riunite settimanalemente a un aperitivo, questo contesto informale aiuta nella produzione di idee e iniziative?
Ci riuniamo all’ora dell’aperitivo, ma, ahimè, non sempre davanti a qualcosa da bere! L’impegno degli ultimi tempi è stato costante, ma cerchiamo di riunirci in orari da dopo-lavoro. Il clima è informale, perché tale è il legame che ci unisce. Siamo colleghi e amici, e nel tempo, anche attraverso altri eventi portati avanti insieme, abbiamo capito che siamo simili nell’impostazione che abbiamo dato alla nostra professione: abbiamo verificato che su molte cose abbiamo opinioni comuni, e che su altre è comunque bene discuterne insieme, perché si promuovono discussioni costruttive.
Perchè avete sentito il bisogno di scrivere al presidente Nencini?
La nostra è stata una lettera aperta, e non siamo stati noi a interpellare Riccardo Nencini. È stato lui che, colpito dal nostro messaggio, ha deciso di darci uno spazio “attivo”. Varie personalità del mondo della politica locale ci hanno contattato, ma noi vogliamo essere trasversali alla politica. Nencini invece è il Presidente del Consiglio Regionale Toscano, una delle istituzioni con cui abbiamo ritenuto importante stabilire un dialogo costruttivo.